L’Enciclopedia Britannica definisce la creatività come segue:
Creativity,the ability to make or otherwise bring into existence something new, whether a newsolution to a problem, a new method or device, or a new artistic object orform.
ma come nasce la creatività? È una caratteristica di specifiche persone oppure la si può coltivare in modo strutturato?
Non vi è dubbio che nella vita di tutti i giorni abbiamo a che fare con persone a cui riconosciamo “innate dote di creatività” e altre meno… ma forse questo dipende da come le guardiamo…intendo, anche quelle persone che riteniamo meno dotate di creatività è possibile che in realtà ne possiedano, ma probabilmente la applicano a contesti diversi da quelli che stavamo cercando.
Cioè, la loro creatività non l’abbiamo saputa rilevare in quanto il nostro sguardo era concentrato su quello che noi pensiamo debba essere lo specifico settore su cui è opportuno esercitarla.. che si tratti di informatica o moda o qualunque altra “attività di business”, mentre la persona che stavamo osservando invece potrebbe essere geniale nel realizzare sculture greche con le mollette per il bucato.
Tra le tante asserzioni sulla creatività, uno dei passaggi che preferisco è parte del famoso discorso di Steve Jobs a Stanford “on connecting dots”:
… Se non avessi mollato il college, non sarei mairiuscito a frequentare quel corso di calligrafia e i personal computerpotrebbero non avere quelle stupende capacità di tipografia che invece hanno.
Certamente all’epoca in cui ero al college era impossibile unire i puntini guardando il futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardare all’indietro. Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all’indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire…
Cioè, il processo creativo è l’atto di creare nuove connessioni tra vecchie idee o riconoscere relazioni tra concetti. Il pensiero creativo non consiste nel generare qualcosa di nuovo da una lavagna vuota, ma piuttosto nel prendere ciò che è già presente e combinare quei frammenti in un modo che non è stato fatto in precedenza.
Per Platone, e in seguito per i romantici, la creatività era un attributo ineffabile di alcuni individui misteriosamente favoriti: un dono degli dei.
La puoi coltivare ed usarla se l’hai ricevuta in dono, ma a parte questo, non c’era molto altro che tu possa fare.
La comunità scientifica, fortunatamente, è di diverso avviso e si interroga da tempo su come si possa stimolare la creatività, in un mondo in cui questa attitudine è considerata estremamente preziosa.
Ad esempio, lo psicologo ungherese Mihalyi Csikszentmihalyi, che ha analizzato i profili di decine di persone ritenute universalmente “creative”, al termine del proprio lavoro ha fornito, in una bellissima sintesi, la sua definizione di una caratteristica distintiva delle persone creative: la capacità di sperimentare il “flusso“,cioè un particolare stato mentale che ha definito come il coinvolgimento totale e senza tempo degli individui nell’attività in cui sono impegnati. Le persone che stanno vivendo un flusso hanno la sensazione che le loro capacità siano sostanzialmente pari alle sfide da affrontare, e sono totalmente coinvolte nel processo creativo per raggiungere il loro obiettivo.
Tentando di strutturare un processo creativo, e quindi di comprendere se e come possa essere possibile stimolare in un gruppo di persone l’accrescimento di questa sfuggevole dote, lo psicologo americano Mark Runco ha iniziato a scomporre in fasi il “processo creativo”, le cosiddette sei fasi essenziali.
Nella prima fase, “orientamento” (un tempo di intenso interesse e curiosità), l’individuo creativo raccoglie informazioni.
Il secondo stadio, “incubazione“,consiste nella definizione del problema e nella ricerca di una soluzione e comporta l’elaborazione di grandi quantità di informazioni; questo può accadere a livello conscio o inconscio.
“Illuminazione”: il terzo stadio, è caratterizzato da pensiero divergente, apertura ed eccitazione.
Nella quarta fase, “verifica“, l’individuo valuta il proprio lavoro e lo confronta con ciò che è noto nel settore.
Successivamente, nella fase di “comunicazione“, l’individuo sottopone il proprio lavoro all’attenzione di altri, rendendolo disponibile agli esperti che ne giudicheranno la qualità e l’utilità.
La “validazione” avviene nella sesta fase, in cui il lavoro diventa disponibile in modo pubblico e viene di conseguenza sostenuto o rifiutato.
Un ulteriore tassello utile a comprendere quanto sfidante sia adottare modelli di intelligenza creativa lo ha fornito George Land, lo scienziato che ha ideato il test di creatività per la NASA, al fine di selezionare ingegneri e scienziati innovativi.
Nel 1968 egli ha condotto uno studio di ricerca per testare la creatività di 1.600 bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni; ha riesaminato gli stessi bambini a 10 anni e di nuovo a 15 anni.
I risultati furono sbalorditivi:
- Risultati dei test tra i bambini di 5 anni: 98%
- Risultati dei test tra i bambini di 10 anni: 30%
- Risultati dei test tra i quindicenni: 12%
- Stesso test dato a 280.000 adulti: 2%
Ora, dal mio punto di vista di persona diversamente giovane, i risultati di questo studio appaiono piuttosto deprimenti, ma, di nuovo, questi stessi scienziati affermano che è possibile mantenere ed accrescere i livelli di creatività anche in età adulta adottando comportamenti specifici e facendo un pò di allenamento.
Quanto emerge da questi studi è che il consolidarsi di strutture, regole e informazioni consente ai soggetti adulti di svolgere in modo sempre più rapido ed efficiente le attività che sono state loro“insegnate”, ma al contempo ne limita la capacità di immaginare cose diverse… è qualcosa di molto profondo che ha radici nell’istinto di sopravvivenza della specie.
Potremmo dire che siamo vittime del detto: “Chi lasciala strada vecchia per la nuova, sa cosa perde ma non sa cosa trova”…insegnamenti antichi finalizzati ad insegnare ai giovani a “tenere la testa a posto”.
La civiltà si è basata sul consolidamento di modelli e consuetudini, insegnando fin da piccoli i comportamenti che le singole società ritenevano adeguati e vincenti, acquisiti tramite l’esperienza, e deprecando i comportamenti divergenti.
Quindi, smettiamo di girarci attorno…. La creatività può essere insegnata?
Sì, le abilità creative possono essere apprese. Non da seduti in una lezione, ma imparando e applicando processi di pensiero creativo.
Voglio fornire un esempio basato sugli studi funzionali di risonanza magnetica, all’interno di un progetto diretto da Adam Green, direttore del Georgetown Laboratory for Relational Cognition epresidente eletto della Society for the Neuroscience of Creativity.
Il team di Green ha esaminato il flusso di sangue come una misura dell’attività delle cellule cerebrali quando le persone stavano svolgendo compiti creativi. Il processo li ha indirizzati verso una regione del cervello in particolare (la corteccia fronto polare), quindi hanno deciso di testare se stimolando quell’area del cervello possa rendere più facile il pensiero creativo.
Se non sei in possesso di una sonda per stimolare il cervello e stai cercando di pensare fuori dagli schemi, buona notizia: Green ha sintetizzato i risultati delle sue ricerche in un elenco di suggerimenti.
Tra le mille possibili strade, questo è un percorso che può risultare sufficientemente semplice e perseguibile.
1. Esercita la tua creatività come un muscolo.
Un modo sicuro per aumentare il pensiero creativo?
Eccolo: provaci.
Sul serio! “La creatività non è esoterica, ma nasce del cervello”, dice Green. “Occorre usare gli strumenti che usano tutti gli altri … ma applicando questi strumenti in modi creativi”.
La ricerca mostra che quando le persone cercano di pensare in modo più creativo, quasi sempre possono farlo – e quegli effetti sono sia significativi che ripetibili. Green indica un “vecchio adagio” nelle neuroscienze, cioè che “i neuroni che si accendono insieme,legano insieme”.
L’idea è che più si utilizza il cervello per fare qualcosa, più forti diventano le connessioni tra le cellule coinvolte.
Ma la chiave di tutto questo è dedicare più tempo nella vostra giornata al pensiero attivo, che di solito significa scollegarsi temporaneamente da email, social media e altro. Questo è il modo per sbloccare”le parti digressive, lente, incerte di noi stessi che sono la chiave della nostra creatività”, ha detto Maggie Jackson, autrice di Distracted: Reclaiming Our Focus in a World of Lost Attention alla conferenza”Humanity + Tech” dell’Atlantic at MIT il 5 settembre 2018.
Prova a implementare questa idea nella tua routine quotidiana evitando di portare il telefono a letto o in bagno. È anche consigliabile disattivare le impostazioni di notifica per le app di social media e – quando possibile – delle email. Considera di dedicare tempo specifico delle tue giornate a pensare in modo creativo e ricorda a te stesso di farlo prima di ogni sessione di brainstorming.
2. Cambia l’ambiente circostante, anche in minima parte.
“Il trucco migliore che conosco non è molto sexy”, dice Green. I dati indicano che “i lampi” di creatività possono provenire da cambiamenti piccoli come una tazza di caffè più calda o colori diversi nella stanza. Prova a cambiare alcuni oggetti sulla scrivania, ad orientarti diversamente o a spostare le cose che stanno sulla bacheca di fronte a te. Sappi che questi “lampi” non riguardano solo il tuo ambiente fisico,ma sono anche collegati al tuo ambiente sociale.
Approfitta delle opportunità per lavorare periodicamente in diverse aree dell’ufficio, sedersi con nuovi colleghi o invitare persone di diversi uffici a pranzo. Anche se tu non avessi possibiltà di agire sul tuo ambiente di lavoro, fare qualche cambiamento alla routine può tradursi in un significativo incremento di creatività.
“Devi fare in modo che il tuo ambiente fisico e sociale cambi frequentemente”, afferma Robert Epstein, senior research psychologist presso l’American Institute for Behavioral Research and Technology. “Avere sempre le stesse vecchie cose sui muri e sulla scrivania – e le stesse persone con cui parlare – non è molto positivo per la creatività”.
3. Corri qualche rischio su ciò che puoi dedicarti a dimparare.
Quando è stata l’ultima volta che hai imparato qualcosa sull’architettura medievale? Storia egiziana antica? Erbe commestibili in natura? Ora potrebbe essere il momento di fare un corso di persona o online.La ricerca indica che estendere le tue conoscenze attraverso argomenti non familiari favorisce nuove idee e pensieri divergenti.
“Le nuove idee nascono da interconnessioni tra vecchie idee”, afferma Epstein, che usa un esercizio chiamato “il gioco degli esperti” per dimostrarlo. In esso, alcune persone in un gruppo con una vasta conoscenza di un argomento oscuro tengono conferenze di cinque minuti. Poi, dopo aver appreso argomenti come il modo in cui sono costruite le scarpe o la storia degli orologi Rolex, ognuno ha almeno tre idee per nuovi prodotti o servizi.
“È davvero sconvolgente quello che le persone possono immaginare, e questo solamente basandosi su 15 minuti di indicazioni che hanno appena ricevuto”, afferma Epstein. Puoi sperimentare questo approccio chiedendo a amici o colleghi di diversi settori qualcosa in merito a ciò che fanno, o iscrivendoti a un corso su qualcosa di completamente sconosciuto attraverso siti come Khan Academy, Coursera o Massive Open OnlineCourses (MOOC).
Ci sono buone probabilità che non sia immediatamente evidente come ciò che stai imparando possa essere utile in futuro, ma le conoscenze che stai raccogliendo dovrebbero successivamente riunirsi in modo naturale quando ti trovi di fronte a una certa sfida o mentre stai ragionando a mente libera su nuove idee. “Più i pezzi sono interessanti e diversi, più interessanti sono le interconnessioni”, afferma Epstein.
4. Presta attenzione alle nuove idee che ti arrivano -e registrale.
Quando le persone crescono, il numero di idee creative che sono in grado di produrre non necessariamente diminuisce, ma il cervello tende ad escluderle e a non “catturarle”.
Quando un’idea – o una piccola componente di un’idea -ti salta in mente, appuntala per preservarla. Annotala in una nota sullo smartphone, scrivila in un taccuino tascabile che porti in giro o fai uno schizzo su un tovagliolo. “Cattura ora, valuta più tardi”, afferma Epstein, il quale asserisce che la sua ricerca ha dimostrato più e più volte che catturare le tue nuove idee è probabilmente l’aspetto più prezioso del potenziamento della creatività.
5. Sfida te stesso in nuovi modi, specialmente quando si tratta di problemi generali del tuo lavoro.
Se hai mai provato una “stanza di fuga” – un gioco di avventura fisico in cui i giocatori completano gli obiettivi risolvendo enigmi – la tua creatività probabilmente si è arricchita. Questo perché le sfide fungono da catalizzatore per pensare in modo creativo e trovare idee o soluzioni simultanee. Ad esempio, se si gira una manopola e si scopre che una porta è bloccata, si inizia automaticamente a fare brainstorming di idee e soluzioni – facendo oscillare la manopola, bussando alla porta, tentandola fortuna con una forcina.
Puoi stimolare te stesso sul lavoro impostando un limite di tempo per un’attività, afferma Epstein.
Puoi applicarti anche alla soluzione di problemi o a domande generali virtualmente impossibili (come faccio a porre fine alla fame nel mondo in una settimana? Come posso inventare un telefono che non richiedeu n caricatore?) praticando il brainstorming in cerca di risposte possibili….molto probabilmente non troverai soluzioni praticabili (non si sa mai), ma di certo avrai stimolato ed allenato i tuoi “muscoli cerebrali” per essere pronti a sfide più concrete.